Mercoledì 1 marzo 2023
17Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento.
«In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra,
non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto»
19Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.
(Matteo 5,18)
Quello che Dio dice non lo rinnega. Lui non si contraddice. Le parole della Bibbia annunciano un progetto di alleanza e di amore tra Dio e l‘uomo che nulla potrà mai interrompere e che si realizzerà infallibilmente: per questo ascoltiamo e approfondiamo con venerazione e con amore ogni versetto, ogni dettaglio, facendolo diventare luce per la nostra vita. E guardando Gesù comprendiamo che ogni indicazione va interpretata e riletta dentro il grande comandamento dell’amore: «pienezza della Legge, infatti, è la carità» (Romani 13,10).
Giovedì 2 marzo 2023
20Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. 21Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. 22Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
«Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con tuo fratello
e poi torna a offrire il tuo dono»
25Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. 26In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!
(Matteo 5,23-24)
Non si tratta di vedere chi ha torto e chi ha ragione, se siamo divisi non possiamo accostarci a Dio. Non si può aspettare a chi tocca il primo passo, più si aspetta e più tutto diventa difficile. A volte si trascinano per anni incomprensioni di cui a volte non ci si ricorda bene il motivo, ma l’amor proprio ci impedisce di fare un passo indietro. Occorre aver presente che la Chiesa si serve costruendo ponti e non erigendo muri. E’ molto faticoso, perché ci costringe a misurarci continuamente con l’Amore “che non si adira e non tiene conto del male ricevuto. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta” (1Corinti 13,5.7).
Venerdì 3 marzo 2023
Nel Rito Ambrosiano la celebrazione della S. Messa è sospesa nei venerdì di Quaresima. Propongo perciò in questi giorni la lettura continua della Passione di Gesù Cristo secondo Marco.
1Mancavano due giorni alla Pasqua e agli Azzimi, e i capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di catturarlo con un inganno per farlo morire. 2Dicevano infatti: «Non durante la festa, perché non vi sia una rivolta del popolo». 3Gesù si trovava a Betània, nella casa di Simone il lebbroso. Mentre era a tavola, giunse una donna che aveva un vaso di alabastro, pieno di profumo di puro nardo, di grande valore. Ella ruppe il vaso di alabastro e versò il profumo sul suo capo. 4Ci furono alcuni, fra loro, che si indignarono: «Perché questo spreco di profumo? 5Si poteva venderlo per più di trecento denari e darli ai poveri!». Ed erano infuriati contro di lei. 6Allora Gesù disse: «Lasciatela stare; perché la infastidite? Ha compiuto un’azione buona verso di me. 7I poveri infatti li avete sempre con voi e potete far loro del bene quando volete, ma non sempre avete me. 8Ella ha fatto ciò che era in suo potere, ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura. 9In verità io vi dico: dovunque sarà proclamato il Vangelo, per il mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche quello che ha fatto». 10Allora Giuda Iscariota, uno dei Dodici, si recò dai capi dei sacerdoti per consegnare loro Gesù. 11Quelli, all’udirlo, si rallegrarono e promisero di dargli del denaro. Ed egli cercava come consegnarlo al momento opportuno. 12Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». 13Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. 14Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. 15Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». 16I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua. 17Venuta la sera, egli arrivò con i Dodici. 18Ora, mentre erano a tavola e mangiavano, Gesù disse: «In verità io vi dico: uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà». 19Cominciarono a rattristarsi e a dirgli, uno dopo l’altro: «Sono forse io?». 20Egli disse loro: «Uno dei Dodici, colui che mette con me la mano nel piatto.
«”Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo, dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!”. E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: “Prendete, questo è il mio corpo”»
23Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. 24E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. 25In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio». 26Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
(Marco 14,21-22)
Gesù ha appena rivelato che verrà tradito: lo sconcerto e l’indignazione dei discepoli è poca cosa se lo paragoniamo al dolore che Gesù prova in quel momento. Pochi minuti dopo, durante la stessa cena, nasce l’Eucaristia. Gesù si dona completamente. Un tradimento al quale risponde con il dono totale e incondizionato di sé. E’ proprio la vittoria dell’amore sull’odiosità umana, il gesto più squallido è guarito e sorpassato da una dedizione che non si è lasciata frenare. L’umanità peccatrice è l’umanità che Gesù ama, per la quale spende tutto.
Sabato 4 marzo 2023
1In quel tempo
«Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle»
2Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato». 3Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? 4Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. 5O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? 6Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. 7Se aveste compreso che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrifici, non avreste condannato persone senza colpa. 8Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato».
(Matteo 12,1)
E’ notevole che i discepoli di Gesù si comportassero così. Infatti le prescrizioni sul sabato erano chiare e precise, ben conosciute e osservate da tutti e non ammettevano alcuna deroga. Forse in Galilea, distanti da Gerusalemme, l’applicazione di queste norme era un po’ più larga di manica. Di certo i discepoli vivono con libertà, spensieratezza questo cumulo di indicazioni minute: la loro legge è Gesù, in Lui intuiscono ci sia tutto, la realtà che stanno vivendo è intrisa della presenza di Dio, stanno già vivendo il grande principio secondo cui la legge suprema che illumina tutte le altre è l’amore.
Domenica 5 marzo 2023
DELLA SAMARITANA II DI QUARESIMA
5Giunse così a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: 6qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. 7Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». 8I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. 9Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. 10Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». 11Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? 12Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». 13Gesù le risponde:
«Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò,
non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui
una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna»
15«Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». 16Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». 17Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. 18Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». 19Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! 20I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». 21Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. 22Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. 23Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. 24Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». 25Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». 26Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te». 27In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». 28La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: 29«Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». 30Uscirono dalla città e andavano da lui. 31Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». 32Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». 33E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». 34Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. 35Voi non dite forse: “Ancora quattro mesi e poi viene la mietitura”? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. 36Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. 37In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. 38Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica». 39Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». 40E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. 41Molti di più credettero per la sua parola 42e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».
(Giovanni 4,13-14)
Sarebbe bello chiedersi se noi ci sentiamo davvero dissetati, se l’esperienza della vita con Gesù abbia realizzato in noi la sensazione di aver trovato risposta a ciò che il nostro cuore cercava. Perché sicuramente quest’esperienza l’abbiamo fatta almeno una volta nella vita. Anzi, se ci pensiamo bene, assai di frequente. Ma non possiamo vivere solo di ricordi: la potenza dello Spirito vuole rinnovarci ad ogni istante, attualizza e corrobora il dono degli inizi. Ce ne accorgiamo se in qualche modo siamo diventati sorgente, fontana d’acqua fresca, evangelica che disseta i cuori con la vita e con la Parola.
Lunedì 6 marzo 2023
«Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore»
29Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. 30E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
(Matteo 5,27-28)
Gesù rivisita i comandamenti alla luce dell’Amore. Non chiede un’osservanza rigida e disumana, ma chiede di rendere puro il cuore. Il peccato nasce dal pensiero cioè da dentro di noi ed è lì che occorre lavorare. “Desiderare” non è “essere attratti” perché ciò fa parte della nostra umanità, significa invece essere pronti a tutto per raggiungere ciò che si desidera. Ci è chiesto perciò di essere vigilanti sempre per tenere un cuore libero e innamorato di Dio, ricordando che «tutto è puro per chi è puro» (Tito 1,15).
Martedì 7 marzo 2023
31Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. 32Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio. 33Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”.
«Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re»
36Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. 37Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”, “No, no”; il di più viene dal Maligno.
(Matteo 5,34-35)
Abituarsi a non giurare mai significa abituarsi ad essere sempre sinceri, a non dissimulare la verità, a non moltiplicare neppure le bugie bianche (che pure in alcuni casi sono necessarie). A volte tacciamo per timore di affrontare difficoltà, per quieto vivere, ma questo rasenta a volte la codardia. Altre volte tacciamo per convenienza, per non veder diminuito il nostro prestigio, ma così ci mostriamo ancora vittime della smania di apparire, della ricerca sfrenata del consenso. In ogni caso viviamo mancanza di libertà, che è invece un frutto maturo e saporito del Vangelo vissuto.
Mercoledì 8 marzo 2023
«Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra,
e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello»
41E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. 42Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle. 43Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. 44Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, 45affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. 46Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? 47E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? 48Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.
(Matteo 5,39-40)
Quando ascoltiamo parole così ci accorgiamo che il Vangelo non è una raccolta di frasi di buon senso, ma è una rivoluzione del vivere. Per tutti. Perché Gesù non è soltanto un tipo in gamba, ma porta sulla terra la civiltà del Cielo. Perché ogni volta che qualcuno ti ferisce, ti umilia o ti deruba queste parole ti provocano di nuovo e non puoi difenderti. E tra le tante proteste che nascono nel cuore vorrebbe farsi largo un invito a rischiare, a metterle in pratica, per scoprire una libertà nuova, da capogiro, un amore che non ha più paura di nulla.
Giovedì 9 marzo 2023
1State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. 2Dunque,
«Quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà»
5E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. 6Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
(Matteo 6,2-4)
C’è ricompensa e ricompensa. Quella degli uomini è fatta di lodi, di stima, di ammirazione che solleticano il nostro orgoglio, alimentano la nostra autostima, ma sono a rischio: basta poco per vedersi all’improvviso denigrati o sminuiti da quegli stessi uomini che ti esaltavano. Quella di Dio è invece una ricompensa discreta e singolare. E’ segreta, interiore, dona pace e la sensazione netta di essere al posto giusto nel modo giusto, è stabile ed ha in sé una promessa: quella di partecipare a costruire un mondo aggiustato e realizzare ciò che tutti gli uomini di buona volontà in fondo al cuore desiderano.
Venerdì 10 marzo 2023
Nel Rito Ambrosiano la celebrazione della S. Messa è sospesa nei venerdì di Quaresima.
Propongo perciò in questi giorni la lettura continua della Passione di Gesù Cristo secondo Marco.
Gesù disse loro: «Tutti rimarrete scandalizzati, perché sta scritto: Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse. Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea»
«Pietro gli disse: “Anche se tutti si scandalizzeranno, io no!”. Gesù gli disse: “In verità io ti dico: proprio tu, oggi, questa notte, prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai”»
31Ma egli, con grande insistenza, diceva: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dicevano pure tutti gli altri. 32Giunsero a un podere chiamato Getsèmani ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedetevi qui, mentre io prego». 33Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. 34Disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate». 35Poi, andato un po’ innanzi, cadde a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse via da lui quell’ora. 36E diceva: «Abbà! Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu». 37Poi venne, li trovò addormentati e disse a Pietro: «Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare una sola ora? 38Vegliate e pregate per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». 39Si allontanò di nuovo e pregò dicendo le stesse parole. 40Poi venne di nuovo e li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti, e non sapevano che cosa rispondergli. 41Venne per la terza volta e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Basta! È venuta l’ora: ecco, il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori. 42Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino». 43E subito, mentre ancora egli parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani. 44Il traditore aveva dato loro un segno convenuto, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta». 45Appena giunto, gli si avvicinò e disse: «Rabbì» e lo baciò. 46Quelli gli misero le mani addosso e lo arrestarono. 47Uno dei presenti estrasse la spada, percosse il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio. 48Allora Gesù disse loro: «Come se fossi un ladro siete venuti a prendermi con spade e bastoni. 49Ogni giorno ero in mezzo a voi nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. Si compiano dunque le Scritture!». 50Allora tutti lo abbandonarono e fuggirono. 51Lo seguiva però un ragazzo, che aveva addosso soltanto un lenzuolo, e lo afferrarono. 52Ma egli, lasciato cadere il lenzuolo, fuggì via nudo.
(Marco 14,)
E’ facile succeda anche a noi di sopravvalutare le nostre capacità di Amore e di resistenza. Poi ci pensa la realtà a farci prendere coscienza di tutta la nostra fragilità. Occorre non sentirsi mai arrivati, perché basta pochissimo a mettere in discussione tutto ciò che abbiamo costruito con grande fatica. Il Signore lo sa e ci mette in guardia dicendoci: «Vegliate e pregate» (Marco 14,38). Ma noi a volte ci sentiamo più forti della preghiera, pensiamo di farcela con le nostre forze ed è lì che rischiamo di crollare rovinosamente.
Sabato 11 marzo 2023
Venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. 2Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? 3Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.
«Ma Gesù disse loro: “Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua”. E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì»
(Marco 6,4-5)
Il rifiuto dei compaesani di Gesù frena anche la sua attività di guarigione. Non si tratta di una ripicca. Il fatto è che se i cuori sono chiusi non c’è miracolo che possa smuoverli. Infatti il miracolo non sostituisce la fede, ma si appoggia su di essa. Chi crede vede il miracolo e vede confermata la sua fede, mentre chi non crede non vede il miracolo, troverà sempre le sue buone ragioni per rimanere impermeabile. Per questo la condizione decisiva è l’apertura del cuore, la disponibilità ad ascoltare e ad accogliere il dono che è Gesù.
Domenica 12 marzo 2023
DI ABRAMO
III DI QUARESIMA
«Gesù allora disse a quei Giudei che gli avevano creduto: “Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi“. Gli risposero: “Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi””?»
34Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. 35Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. 36Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. 37So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. 38Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro». 39Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. 40Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. 41Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». 42Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato. 43Per quale motivo non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alla mia parola. 44Voi avete per padre il diavolo e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli era omicida fin da principio e non stava saldo nella verità, perché in lui non c’è verità. Quando dice il falso, dice ciò che è suo, perché è menzognero e padre della menzogna. 45A me, invece, voi non credete, perché dico la verità. 46Chi di voi può dimostrare che ho peccato? Se dico la verità, perché non mi credete? 47Chi è da Dio ascolta le parole di Dio. Per questo voi non ascoltate: perché non siete da Dio». 48Gli risposero i Giudei: «Non abbiamo forse ragione di dire che tu sei un Samaritano e un indemoniato?».49Rispose Gesù: «Io non sono indemoniato: io onoro il Padre mio, ma voi non onorate me. 50Io non cerco la mia gloria; vi è chi la cerca, e giudica. 51In verità, in verità io vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno». 52Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. 53Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?». 54Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, 55e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. 56Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia». 57Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». 58Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono». 59Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.
(Giovanni 8,31-33)
Ci sono molti modi per aderire a Gesù. Non tutti però sono fecondi, possono addirittura rivelarsi controproducenti. Questi giudei che avevano creduto a Gesù, accettavano le sue parole, forse in modo ideologico, ma non arrivavano a credere “in” Lui, non ritenevano che Gesù fosse davvero Dio che si rivela agli uomini. Se l’incontro con Gesù ti lascia ancora chiuso nei tuoi punti di vista, se on ti smuove e non ti converte, appena Lui dirà cose che non ti piacciono potresti giungere a opporti, ad eliminarlo, o anche a lottare perché sparisca. Credi di credere, ma in realtà il riferimento ultimo sei ancora tu.
Lunedì 13 marzo 2023
7Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. 8Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. 9Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, 10venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra. 11Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
«E rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori»
13e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. 14Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; 15ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.
(Matteo 6,12)
Ai tempi di sant’Agostino questa frase non veniva pronunciata tutta a voce alta dall’assemblea: ci si batteva il petto nella prima parte (“rimetti a noi i nostri debiti”), riconoscendo di aver bisogno di essere perdonati da Dio, ma non si pronunciavano le parole seguenti (“come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori”). E così’ il vescovo Agostino doveva ammonire la sua comunità a pronunziare insieme tutta la preghiera a voce alta e di conseguenza a perdonarsi scambievolmente di cuore, ad imitazione del Padre. Del resto, non è facile dire il Padre nostro, perché ci chiede di cambiare.
Martedì 14 marzo 2023
«E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa»
17Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, 18perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
(Matteo 6,16)
Vivere sempre e solo alla presenza del Signore senza preoccuparsi del giudizio degli altri è una meta a cui tendere per tutta la vita. Sappiamo benissimo quanto sia difficile da raggiungere, perché il desiderio dell’approvazione altrui è sempre vivissimo in noi. Riuscire ad andare avanti senza ambire alla stima e soprattutto all’affetto degli altri a volte è quasi eroico. Ma il Signore ci conosce bene, sa fino a che punto possiamo arrivare e non ci chiede mai nulla di più.
Mercoledì 15 marzo 2023
19Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; 20accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. 21Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore. 22La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; 23ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!
«Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro,
oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro.
Non potete servire Dio e la ricchezza»
(Matteo 6,24)
Non si riesce a tenere il piede in due scarpe. A maggior ragione se possono andare bene per lo stesso piede. Occorrerebbe scegliere, ma nel nostro tempo si ha paura di decisioni definitive, per cui continuiamo a creare uscite di sicurezza da utilizzare subito appena ce n’è bisogno. Ma così si vive divisi, attratti un po’ di qua e un po’ di là, insoddisfatti, anche nervosi, perché non riusciamo ad essere quello che vorremmo e non sappiamo più cosa vogliamo diventare. Il cuore chiede scelte chiare, strade sicure, percorsi decisi, che ci confermino un passo dopo l’altro. E solo chi sceglie Dio trova davvero pace.
Giovedì 16 marzo 2023
25Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? 26Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? 27E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? 28E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. 29Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. 30Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede?
«Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia,
e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta»
34Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena.
(Matteo 6,31-33)
Di fronte alla nostra preoccupazione per le cose, che spesso ci affligge, Gesù replica invitando a cercare Dio, a trasformare e umanizzare il mondo, riempiendolo del divino. Si tratta infatti di lasciare che Dio operi attraverso la nostra intraprendenza e laboriosità, tutti protesi verso i grandi ideali di amore e di giustizia. Quanto più ci immergiamo nelle opere di Dio, tanto più sperimentiamo che la Provvidenza abbonda, in aiuti concreti, in soluzioni inaspettate a problemi che sembravano insolubili, in gioia e pace. E tocchiamo con mano ogni giorno che davvero c’è Qualcuno che pensa a noi.
Venerdì 17 marzo 2023
Nel Rito Ambrosiano la celebrazione della S. Messa è sospesa nei venerdì di Quaresima.
Propongo perciò in questi giorni la lettura continua della Passione di Gesù Cristo secondo Marco.
«Condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là si riunirono tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi. Pietro lo aveva seguito da lontano, fin dentro il cortile del palazzo del sommo sacerdote,
e se ne stava seduto tra i servi, scaldandosi al fuoco»
55I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. 56Molti infatti testimoniavano il falso contro di lui e le loro testimonianze non erano concordi. 57Alcuni si alzarono a testimoniare il falso contro di lui, dicendo: 58«Lo abbiamo udito mentre diceva: “Io distruggerò questo tempio, fatto da mani d’uomo, e in tre giorni ne costruirò un altro, non fatto da mani d’uomo”». 59Ma nemmeno così la loro testimonianza era concorde. 60Il sommo sacerdote, alzatosi in mezzo all’assemblea, interrogò Gesù dicendo: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». 61Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?». 62Gesù rispose: «Io lo sono! E vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire con le nubi del cielo». 63Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: «Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? 64Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». Tutti sentenziarono che era reo di morte. 65Alcuni si misero a sputargli addosso, a bendargli il volto, a percuoterlo e a dirgli: «Fa’ il profeta!». E i servi lo schiaffeggiavano. 66Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una delle giovani serve del sommo sacerdote 67e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo guardò in faccia e gli disse: «Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù». 68Ma egli negò, dicendo: «Non so e non capisco che cosa dici». Poi uscì fuori verso l’ingresso e un gallo cantò. 69E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: «Costui è uno di loro». 70Ma egli di nuovo negava. Poco dopo i presenti dicevano di nuovo a Pietro: «È vero, tu certo sei uno di loro; infatti sei Galileo». «Ma Pietro cominciò a imprecare e a giurare: “Non conosco quest’uomo di cui parlate”». 72E subito, per la seconda volta, un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola che Gesù gli aveva detto: «Prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». E scoppiò in pianto.
(Marco 14,53-54)
Pietro c’è. Non ha abbandonato il Maestro che è stato catturato, lo segue ancora, come ha sempre fatto da quando l’ha conosciuto. Ma dentro di lui è tutto cambiato. La fiducia nella forza di Gesù vacilla, è angosciato da quello che vede e che intuisce imminente. Il fuoco scalda a malapena il suo corpo, ma il suo cuore è paralizzato dal freddo. Ci sono momenti in cui all’apparenza tutto scorre come sempre, ma dentro siamo nel marasma, confusi, schiacciati. Più che mai occorre stringerci a Gesù, perché la nostra fragilità è massima e solo Lui è la nostra forza.
Sabato 18 marzo 2023
Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.
«Chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri.
E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone:
né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche»
10E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. 11Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». 12Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, 13scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
(Marco 6,7-9)
Gesù chiede ai discepoli di fidarsi completamente della Provvidenza, devono avere bisogno di tutto e credere che il necessario arriverà. Lascia loro solo il bastone per potersi appoggiare durante il cammino e nei momenti di sconforto. Così come lascia loro sempre un compagno per non sentirsi mai abbandonati a se stessi. Ma soprattutto perché «dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì io sono in mezzo a loro» (Matteo 18,20). E con la certezza che il Signore sia sempre con noi, possiamo affrontare ogni prova, anche la più difficile per annunciare a tutti l’Amore di Dio.
Domenica 19 marzo 2023
DEL CIECO IV DI QUARESIMA
1Passando, vide un uomo cieco dalla nascita 2e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». 3Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. 4Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. 5Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». 6Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco 7e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe» – che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. 8Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». 9Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». 10Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». 11Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: “Va’ a Sìloe e làvati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». 12Gli dissero: «Dov’è costui?». Rispose: «Non lo so». 13Condussero dai farisei quello che era stato cieco: 14era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. 15Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». 16Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. 17Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». 18Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. 19E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». 20I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; 21ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». 22Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. 23Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l’età: chiedetelo a lui!». 24Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore». 25Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». 26Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». 27Rispose loro: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». 28Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! 29Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». 30Rispose loro quell’uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. 31Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. 32Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. 33Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla».
«Gli replicarono: “Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?”. E lo cacciarono fuori»
35Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». 36Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». 37Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». 38Ed egli disse: «Credo, Signore!».
(Giovanni 9,34)
Nonostante quello che Gesù ha detto, i farisei rimangono nella loro idea: se quell’uomo era cieco vuol dire che era «nato tutto nei peccati». E quindi ritengono che da una persona così non ci sia nulla da imparare. In realtà è pericoloso pensare così. Ci sono frammenti di verità luminosa che provengono anche da chi non ci si aspetterebbe, se riusciamo ad andare oltre i nostri pregiudizi scopriamo veri tesori che altrimenti rimarrebbero abbandonati. Occorre incontrare ogni persona per quella che è, in atteggiamento disponibile, imparando un ascolto profondo che è sempre molto prezioso.
Lunedì 20 marzo 2023
S. GIUSEPPE, SPOSO DELLA BEATA VERGINE MARIA
«Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse:
“Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele;
sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino”.
Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele»
22Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea 23e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».
(Matteo 2,19-21)
Giuseppe è un padre responsabile e concreto. Ha proprio una fede sana. Non pensa che il figlio di Dio che gli è stato affidato sia al riparo da ogni rischio e che miracolosamente legioni di angeli lo proteggano da ogni pericolo. Sa invece che tocca a lui occuparsene, è lui la personificazione della Provvidenza per Gesù. Lo aiuta molto essere un uomo che si mette sempre in ascolto, che non impone le sue idee, ma si lascia interrogare. Perché la vita è per tutti complicata, piena di incognite e di cose ancora da imparare, e occorre diffidare di coloro che ritengono di aver già capito come funzionano tutte le cose.
Martedì 21 marzo 2023
«Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci,
perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi»
7Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. 8Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. 9Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? 10E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? 11Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono! 12Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti.
(Matteo 7,6)
La frase di Gesù suona violenta alle nostre orecchie, non è facile ripeterla nel nostro contesto senza offendere chi ne è destinatario. Però ci richiama con forza ad un’attenzione da avere. Abbiamo un tesoro immenso tra le mani, ricevuto senza merito, luce autentica e necessaria per tutta l’umanità. A volte siamo i primi a non esserne consapevoli e non lo presentiamo con quell’ammirazione incantata che meriterebbe. E poi non dobbiamo pretendere di dare sempre tutto a tutti e subito. C’è una gradualità necessaria, che educa un passo dopo l’altro ad apprezzare ciò che si riceve, altrimenti si va incontro all’incomprensione e alla banalizzazione.
Mercoledì 22 marzo 2023
«Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita,
e pochi sono quelli che la trovano!»
15Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! 16Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? 17Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; 18un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. 19Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. 20Dai loro frutti dunque li riconoscerete.
(Matteo 7,13-14)
Entrare dalla porta stretta sembra un invito alla fatica a qualcosa che in pochi vogliono affrontare, insomma è poco affascinante alla prima impressione. Eppure delle due porte è la più intrigante, quella che ad un occhio attento suscita più curiosità. Per passare da una porta stretta occorre equipaggiarsi leggeri, senza tante borse o carichi, altrimenti il rischio è di rimanere bloccati. Significa lasciare tutto ciò che non serve, i pesi che ci creiamo da soli quando non ci è chiesto, tutto ciò che pensiamo sia necessario, ma non è indispensabile. Solo con questa fiducia nell’aiuto del Signore e nell’abbandono alla sua volontà è possibile lanciarsi in un’avventura che non deluderà mai.
Giovedì 23 marzo 2023
«Non chiunque mi dice:
“Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli,
ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli»
22In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. 23Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”. 24Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. 25Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. 26Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. 27Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». 28Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: 29egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.
(Matteo 7,21)
Non basta pregare. L’ingresso nella gioia di Dio già da questa terra (è questo il regno dei cieli) chiede una vita conseguente a quell’unione con Dio che la preghiera ha realizzato. E ce ne accorgiamo subito: quando nella vita di ogni giorno si esce dal raggio di luce della volontà di Dio si ha l’impressione di aver sprecato il tempo, di aver perso l’occasione, di essersi smarriti. Mentre quando si rimane in quel raggio c’è stabilità, pienezza anche nelle piccole cose, persuasione interiore di essere al posto giusto, pace. Cresce anche una nuova fiducia, perché si sente che a Dio tutto è possibile.
Venerdì 24 marzo 2023
Nel Rito Ambrosiano la celebrazione della S. Messa è sospesa nei venerdì di Quaresima.
Propongo perciò in questi giorni la lettura continua della Passione di Gesù Cristo secondo Marco.
«E subito, al mattino, i capi dei sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo portarono via e lo consegnarono a Pilato»
2Pilato gli domandò: «Tu sei il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». 3I capi dei sacerdoti lo accusavano di molte cose. 4Pilato lo interrogò di nuovo dicendo: «Non rispondi nulla? Vedi di quante cose ti accusano!». 5Ma Gesù non rispose più nulla, tanto che Pilato rimase stupito. 6A ogni festa, egli era solito rimettere in libertà per loro un carcerato, a loro richiesta. 7Un tale, chiamato Barabba, si trovava in carcere insieme ai ribelli che nella rivolta avevano commesso un omicidio. 8La folla, che si era radunata, cominciò a chiedere ciò che egli era solito concedere. 9Pilato rispose loro: «Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». 10Sapeva infatti che i capi dei sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. 11Ma i capi dei sacerdoti incitarono la folla perché, piuttosto, egli rimettesse in libertà per loro Barabba. 12Pilato disse loro di nuovo: «Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». 13Ed essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!». 14Pilato diceva loro: «Che male ha fatto?». Ma essi gridarono più forte: «Crocifiggilo!». 15Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. 16Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la truppa. 17Lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo. 18Poi presero a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!». 19E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui. 20Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo. 21Costrinsero a portare la sua croce un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo. 22Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», 23e «gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese»
(Marco 15,1)
Erano anni che i capi religiosi di Israele aspettavano questo momento. Adesso finalmente Gesù era tra le loro mani. Per lui questa volta era finita. Assaporavano la vittoria. Come sempre avviene quando i prepotenti sono convinti di aver vinto solo perché hanno dominato e ucciso. Ma un giorno Paolo griderà: «Dov’è, o morte, la tua vittoria?» (1Corinti 15,55). E si darà la risposta: «Siano rese grazie a Dio che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo!» (v.57). Non è la morte a vincere, ma la risurrezione e la vita; non sono la violenza e l’ingiustizia a vincere, ma l’amore e la misericordia.
Sabato 25 marzo 2023
ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE
L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria.
«Entrando da lei, l’angelo Gabriele disse: “Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te”»
29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».34Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». 38Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
(Luca 1,28)
L’arrivo di Dio è un annuncio di gioia. Se prima si poteva temere che la presenza di Dio potesse preludere ad un rimprovero alla nostra vita, o ad una profezia di sventura, adesso invece diventa chiaro per sempre che questa Sua presenza porta solo la gioia vera. Maria potrà ripetersi queste parole dell’angelo per mille volte, anche e soprattutto nei giorni bui della sua vita, e risuoneranno sempre come un invito alla danza, alla felicità vera. Questo non eliminerà certo per lei le sofferenze, le ingiustizie, le prove, ma le farà sempre intravedere, anche ai piedi della croce, un orizzonte di beatitudine.
Domenica 26 marzo 2023
DI LAZZARO
V DI QUARESIMA
1Un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. 2Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. 3Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».4All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». 5Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. 6Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. 7Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». 8I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». 9Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; 10ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui». 11Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, si è addormentato; ma io vado a svegliarlo». 12Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». 13Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. 14Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto 15e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». 16Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».17Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. 18Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri 19e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. 20Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. 21Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! 22Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». 23Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». 24Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». 25Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 26chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». 27Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».28Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». 29Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. 30Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. 31Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro. 32Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». 33Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, 34domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». 35Gesù scoppiò in pianto. 36Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». 37Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».38Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. 39Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». 40Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?».
«Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: “Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato”. Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!».
Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario.
Gesù disse loro: “Liberàtelo e lasciàtelo andare”»
45Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui. 46Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto. 47Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. 48Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». 49Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! 50Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». 51Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; 52e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. 53Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.
(Giovanni 11,41-44)
Gesù è più forte della morte, lo dimostrerà poi con la sua resurrezione, ma già prima dà dei segni. Noi crediamo che la morte non avrà l’ultima parola sulla nostra vita. Certo ci fa un po’ paura. Siamo come il feto nel ventre della madre, non sappiamo cosa ci aspetti e l’incognito fa paura. Eppure è proprio attraverso quel passaggio che arriveremo alla vita vera. Nel momento del parto il neonato fa molta fatica, vede per la prima volta la luce che lo abbaglia, deve respirare e i polmoni fanno male perché non abituati, è un momento difficile e infatti piange. Ma è il momento in cui gli viene donata la vita vera, anche quello in cui può vedere, sentire, toccare quella mamma di cui percepiva l’esistenza, lo avvolgeva ma era qualcosa di lontano. In questo modo è più facile pensare a quel momento.
Lunedì 27 marzo 2023
«Poi Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: “La gente, chi dice che io sia?”»
28Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti». 29Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». 30E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.31E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. 32Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. 33Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
(Marco 8,27)
Gesù sente che è il momento di scoprire le carte con i suoi discepoli. Non perché siano pronti ad accogliere quello che sta per dire loro (non accetteranno mai la sua Pasqua finché sarà in vita), ma perché devono scontrarsi con la realtà, lasciando emergere le loro paure. Li porta a nord, in luoghi in cui Lui non è conosciuto, per poter parlare liberamente, senza fretta, perché occorrono calma e dialogo tranquillo per potersi rivelare a loro. Dedica tempo per la loro formazione. Li coinvolge, cerca di farli parlare, perché si sentano interpellati, per aiutarli a fare un passo nuovo. È un grande educatore.
Martedì 28 marzo 2023
«Le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono»
Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. 65E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».66Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. 67Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». 68Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna 69e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio». 70Gesù riprese: «Non sono forse io che ho scelto voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!». 71Parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota: costui infatti stava per tradirlo, ed era uno dei Dodici.
(Giovanni 6,63-64)
Le parole di Gesù sono inzuppate di Sapienza, non se ne potrebbero trovare di migliori, sono capaci di ridare la vita, di guarire, di trasformare i cuori, una potenzialità inaudita e prodigiosa. Ma la fiducia in Lui è necessaria. Senza di questa le risorse più sbalorditive rimangono infeconde. L’incredulità paralizza le mani di Dio. Solo chi si affida a Lui entra in un itinerario nuovo che può comprendere solo chi lo percorre. Non è questione di intelligenza, ma anzitutto di cuore e per le persone semplici come i bambini lo sanno per esperienza.
Mercoledì 29 marzo 2023
«Poi prese con sé i Dodici e disse loro: “Ecco, noi saliamo a Gerusalemme, e si compirà tutto ciò che fu scritto dai profeti riguardo al Figlio dell’uomo”»
32verrà infatti consegnato ai pagani, verrà deriso e insultato, lo copriranno di sputi 33e, dopo averlo flagellato, lo uccideranno e il terzo giorno risorgerà». 34Ma quelli non compresero nulla di tutto questo; quel parlare restava oscuro per loro e non capivano ciò che egli aveva detto.
(Luca 18,31)
Gesù lascia che sia la Bibbia a scrivere la sua vita. Questo perché Lui è la Parola che contiene e spiega ogni rivelazione del Padre. Lui non mette in pratica il Vangelo, Lui è il Vangelo. Basterebbe guardare a Lui per poterne riscrivere ogni pagina, dalla prima all’ultima. Tutto questo nella massima libertà: perché solo chi ama sempre può accettare di attraversare anche il dolore e l’ingiustizia. E così si potrà leggere il Primo Testamento ritrovandone la spiegazione piena e autentica nella vita e nelle parole di Gesù.
Giovedì 30 marzo 2023
43E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui. 44Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui. 45Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». 46Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». 47Ma i farisei replicarono loro:
«Vi siete lasciati ingannare anche voi? Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei?
Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!»
50Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: 51«La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». 52Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!». 53E ciascuno tornò a casa sua.
(Giovanni 7,47-49)
I farisei descritti nel Vangelo spesso sembrano la nostra fotografia. Ancorati al passato, ai riti, sempre pronti a giudicare senza mettersi in crisi, sicuri di essere nella verità. Gesù ci chiede di guardare al nuovo senza averne paura, Lui sarà sempre con noi, ce lo ha promesso. Vivere di nostalgia, non avere speranza nel futuro, non saper comunicare con i giovani, non è segno di vita cristiana. Occorre ogni giorno alzarsi con la voglia di seguire il Signore dove vuole portarci, sforzandoci di vedere il positivo dove facciamo tanta fatica a scovarlo. Non si deve mai gettare la spugna, il Signore ci chiede di essere testimoni credibili fino all’ultimo respiro.
Venerdì 31 marzo 2023
Nel Rito Ambrosiano la celebrazione della S. Messa è sospesa nei venerdì di Quaresima.
Propongo perciò in questi giorni la lettura continua della Passione di Gesù Cristo secondo Marco.
«Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso»
25Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. 26La scritta con il motivo della sua condanna diceva: «Il re dei Giudei». 27Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra. [28] 29Quelli che passavano di là lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, 30salva te stesso scendendo dalla croce!». 31Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi, fra loro si facevano beffe di lui e dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! 32Il Cristo, il re d’Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo!». E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano. 33Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. 34Alle tre, Gesù gridò a gran voce: “Eloì, Eloì, lemà sabactàni?”, che significa: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”»35Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Ecco, chiama Elia!». 36Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere». 37Ma Gesù, dando un forte grido, spirò. 38Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. 39Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!». 40Vi erano anche alcune donne, che osservavano da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome, 41le quali, quando era in Galilea, lo seguivano e lo servivano, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme. 42Venuta ormai la sera, poiché era la Parasceve, cioè la vigilia del sabato, 43Giuseppe d’Arimatea, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anch’egli il regno di Dio, con coraggio andò da Pilato e chiese il corpo di Gesù. 44Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, gli domandò se era morto da tempo. 45Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. 46Egli allora, comprato un lenzuolo, lo depose dalla croce, lo avvolse con il lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare una pietra all’entrata del sepolcro. 47Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano a osservare dove veniva posto.
(Marco 15,24)
Il condannato alla croce non era solo umiliato e devastato nel corpo. Veniva anche derubato. Non si consegnavano i vestiti ai suoi parenti, perché erano i soldati a dividerseli tra loro. Gesù non lascia nessun bene terreno, ha vissuto quell’amore che dona tutto e che non si preoccupa mai del tornaconto. E’ davvero povero, nel modo più radicale. Ha sempre vissuto avendo come unica sicurezza il Padre e non gli è mai mancato niente per portare a termine la sua missione. Una testimonianza forte per noi che cerchiamo sempre qualche appoggio, qualche uscita di sicurezza, perché “non si sa mai”..
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