Mercoledì 1 novembre 2023
TUTTI I SANTI
1Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. 2Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: 3«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. 4Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. 5Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. 6Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. 7Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
«Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio»
9Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. 10Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. 11Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.
(Matteo 5,8)
È la beatitudine più chiara, anche se rimane un po’ misteriosa. Chiara perché la gioia insuperabile per ogni uomo è vedere Dio, è questo il desiderio più profondo che abbiamo. Misteriosa perché è impossibile vedere Dio ad occhio nudo, occorre sempre riconoscerLo. E quindi può benissimo capitare di non vederLo. I puri di cuore hanno una particolare trasparenza di sguardo, sono liberi da pregiudizi e diffidenze radicali che fanno sempre dubitare e discutere su tutto, hanno un intuito, un sesto senso nel riconoscere le orme del passaggio di Dio e quindi anticipano un po’ già da quaggiù le gioie di lassù.
Giovedì 2 novembre 2023
COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI
«Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato;
e io lo risusciterò nell’ultimo giorno»
45Sta scritto nei profeti: E tutti saranno istruiti da Dio. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. 46Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. 47In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
(Giovanni 6,44)
La risurrezione non è proprio nulla opera nostra. Non ne siamo assolutamente capaci, non sappiamo neppure da che parte cominciare. Per questo ogni volta che vediamo un seme marcire nella terra e dare vita ad una pianticella nuova e fresca rimaniamo incantati. A maggior ragione vedere una persona risorgere deve essere uno spettacolo sbalorditivo, inimmaginabile. Eppure ciò che sembra assurdo e irrealizzabile per noi uomini rimane sempre presente nel profondo del cuore come un desiderio: il sogno di una vita che non muore, vissuta nell’amicizia vera con tutti, abita tutti, indipendentemente dalla fede.
Venerdì 3 novembre 2023
S. Martino de Porres, religioso
2Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”?
«Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi»
4E del luogo dove io vado, conoscete la via». 5Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». 6Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 7Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
(Giovanni 14,3)
Non esiste una risurrezione e basta, sperimentata come un fatto che ciascuno vive per conto proprio. La risurrezione è Gesù. Quindi solo Lui la può donare, solo Lui ne può parlare perché è l’unico a sapere esattamente cosa sia. E ne parla sempre come di un’esperienza vissuta in stretta unione con Lui. Lui prepara il posto, torna, ci prende e ci porta con sé: è Lui a fare tutto, a provvedere a tutto. E fa tutto in fraternità, insieme con noi. Quando ci sentiamo in piena comunione con Lui anche la risurrezione smette di essere un’ipotesi, perché abbiamo l’impressione di farne esperienza già adesso.
Sabato 4 novembre 2023
S. CARLO BORROMEO, VESCOVO
11Io sono il buon pastore.
«Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde»
13perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. 14Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, 15così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore.
(Giovanni 10,11-12)
Il vero guaio delle pecore guidate da un mercenario è che in realtà sono sole, non sono custodite da nessuno. Sono condotte al pascolo e nulla più. Poi, quello che succede. Non appartengono a nessuno, non sono di nessuno. Magari si sentiranno libere di fare quello che vogliono, non avranno grandi controlli su di loro, ma in realtà sono terribilmente sole. E ci dispiace. Comprendiamo meglio che la presenza di Gesù ci cambia completamente la vita: con Lui non potremo mai più patire la solitudine, perché siamo custoditi da Qualcuno che ci ama per sempre e dà la Sua vita per noi.
Domenica 5 novembre 2023
NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO RE DELL’UNIVERSO
Pilato gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». 34Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». 35Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».
«Rispose Gesù a Pilato: “Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù”»
37Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
(Giovanni 18,36)
Per tre volte Gesù ribadisce che il Suo regno non è di questo mondo. È in questo mondo, si sviluppa quaggiù, ma non ha i criteri di questo mondo. Conquista i cuori, ma non usa armi. Non elimina nessuno, ma insegna a dare la vita per ciascuno. Chiede di essere pronti a perdere come Gesù sulla croce, per potersi diffondere in ogni angolo della terra. Non fa conto sui potenti della terra, punta sui piccoli. Non cerca palcoscenici e applausi, si sviluppa lontano dai riflettori. Regala cose che non si possono comprare: la gioia, la pace, la speranza. È molto vulnerabile, eppure rimane in eterno.
Lunedì 6 novembre 2023
42Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. 43Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. 44Perciò anche voi
«Tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo»
(Matteo 24,44)
L’unica cosa sicura è che sarà per tutti una sorpresa. Quindi è inutile perdere tempo in previsioni, in congetture, in calcoli di probabilità. Gesù ritornerà di sicuro, in un modo che nessuno sa e quando nessuno se l’immagina. Quindi occorre vivere senza dimenticarselo. Vuol dire che tutto va orientato verso Lui, occorre sceglierLo, tendere ad ogni istante verso la Sua volontà. Sarà bene di tanto in tanto o a fine giornata domandarsi: quanto ho contribuito oggi alla pace, alla fraternità universale, quanto ho vissuto e diffuso il comandamento nuovo dell’amore?
Martedì 7 novembre 2023
«Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone a messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni»
48Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, 49e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, 50il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, 51lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti.
(Matteo 24,45-47)
È molto sano per la nostra vita interiore sorprenderci all’improvviso nel corso della giornata domandandoci: “Se il Signore arrivasse in questo istante, come mi troverebbe? Come reagirei?”. Sappiamo di san Luigi Gonzaga che interrogato mentre giocava su cosa avrebbe fatto se avesse saputo che il Signore sarebbe arrivato di lì a poco, rispose semplicemente: “Continuerei a giocare”; insegnandoci così che l’ideale massimo non è farsi trovare in chiesa a pregare, né essere addormentato nel proprio letto, ma essere nella volontà di Dio e, se coscienti, impegnati ad amare.
Mercoledì 8 novembre 2023
1Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. 2Cinque di esse erano stolte e cinque sagge;
«Le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono»
6A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. 7Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. 8Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. 9Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. 10Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. 11Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. 12Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. 13Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora.
(Matteo 25,3-5)
La parabola delle dieci vergini raccomanda con forza la vigilanza. Non con la pretesa di non dormire mai, perché nella lunga attesa tutte le ragazze prendono sonno. Vigilanza è farsi trovare in ogni istante pronti, ben equipaggiati, avendo già messo in calcolo gli imprevisti, senza illudersi di poter risolvere tutti i problemi all’ultimo momento. Le distrazioni e la superficialità possono rivelarsi fatali. Infatti, al momento finale conta soltanto quanto ci siamo spesi per Dio e per i fratelli, quanto la nostra vita è stata un dono d’amore gratuito e generoso verso chi ci stava accanto o ci era stato affidato.
Giovedì 9 novembre 2023
DEDICAZIONE DELLA BASILICA ROMANA LATERANENSE
19Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! 20I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». 21Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. 22Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. 23Ma
«Viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano»
24Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità».
(Giovanni 4,23)
La vera adorazione non è legata a luoghi o a tradizioni fisse. È cosa del cuore, è il protendersi della nostra interiorità verso Dio, è il nostro segreto familiarizzare con Lui e questo può avvenire in ogni circostanza, dappertutto. Lo stile dell’adorare è diverso per ciascuno: dipende da come siamo fatti, dalle esperienze che abbiamo fatto ed è importante che ciascuno cerchi la strada che è più sua, sapendo che la verità dell’adorare non dipende da ciò che appare, ma rimane un affare tra noi e Dio, è tutto un mondo che non possiamo mai permetterci di giudicare.
Venerdì 10 novembre 2023
S. Leone magno, papa e dottore della Chiesa
31Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. 32Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, 33e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. 34Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra:
«Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare»
ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, 36nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. 37Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? 38Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? 39Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. 40E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. 41Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, 42perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, 43ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. 44Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. 45Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. 46E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».
(Matteo 25,34-35)
Sembrerebbe che sia molto facile entrare nel Regno: basta sfamare chi ha bisogno. Nel corso della vita noi dobbiamo impegnarci via via in un miliardo di cose, tra ambientarsi nel mondo, procurarsi il necessario per vivere, introduzione nel vivere sociale, studio, lavoro, soluzione dei problemi, cura di chi ci è affidato, ecc., per cui l’attenzione verso il bisognoso anche sconosciuto sembra perdersi nella folla immensa delle cose che facciamo. Ma quel gesto fatto o non fatto rivela cosa abbiamo nel cuore e nel giudizio di Dio non conta l’esteriorità delle nostre opere, ma l’interiorità, le intenzioni che le muovono.
Sabato 11 novembre 2023
S. MARTINO DI TOURS, VESCOVO
A chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. 30Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.
«E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro»
32Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. 33E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. 34E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. 35Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. 36Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. 37Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. 38Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».
(Luca 6,31)
Noi siamo un ottimo metro di giudizio. Sappiamo benissimo cosa ci piace e cosa no, con gli anni impariamo ad apprezzare sempre meglio alcuni gesti e scopriamo quali invece siano capaci di procurarci sofferenza. Sappiamo quanto abbiamo bisogno di sentirci confermati, incoraggiati, stimati per poter trovare sicurezza, stabilità e gioia e per poter così dare il meglio di noi stessi. Chi mi sta accanto è un altro me. Con gli stessi bisogni e gli stessi sogni di gioia. Occorrerà certo adattarsi alla sensibilità e ai gusti di ciascuno, che sono spesso diversi dai nostri, ma il bisogno di sentirsi davvero amati è uguale per tutti.
Domenica 12 novembre 2023
I DI AVVENTO La venuta del Signore
1Mentre usciva dal tempio, uno dei suoi discepoli gli disse: «Maestro, guarda che pietre e che costruzioni!». 2Gesù gli rispose: «Vedi queste grandi costruzioni? Non sarà lasciata qui pietra su pietra che non venga distrutta». 3Mentre stava sul monte degli Ulivi, seduto di fronte al tempio, Pietro, Giacomo, Giovanni e Andrea lo interrogavano in disparte: 4«Di’ a noi: quando accadranno queste cose e quale sarà il segno quando tutte queste cose staranno per compiersi?». 5Gesù si mise a dire loro: «Badate che nessuno v’inganni! 6Molti verranno nel mio nome, dicendo: “Sono io”, e trarranno molti in inganno. 7E quando sentirete di guerre e di rumori di guerre, non allarmatevi; deve avvenire, ma non è ancora la fine.
«Si solleverà infatti nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno terremoti in diversi luoghi e vi saranno carestie: questo è l’inizio dei dolori.
Ma voi badate a voi stessi!»
Vi consegneranno ai sinedri, sarete percossi nelle sinagoghe e comparirete davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro. 10Ma prima è necessario che il Vangelo sia proclamato a tutte le nazioni. 11E quando vi condurranno via per consegnarvi, non preoccupatevi prima di quello che direte, ma dite ciò che in quell’ora vi sarà dato: perché non siete voi a parlare, ma lo Spirito Santo. 12Il fratello farà morire il fratello, il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. 13Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. 14Quando vedrete l’abominio della devastazione presente là dove non è lecito – chi legge, comprenda –, allora quelli che si trovano nella Giudea fuggano sui monti, 15chi si trova sulla terrazza non scenda e non entri a prendere qualcosa nella sua casa, 16e chi si trova nel campo non torni indietro a prendersi il mantello. 17In quei giorni guai alle donne incinte e a quelle che allattano! 18Pregate che ciò non accada d’inverno; 19perché quelli saranno giorni di tribolazione, quale non vi è mai stata dall’inizio della creazione, fatta da Dio, fino ad ora, e mai più vi sarà. 20E se il Signore non abbreviasse quei giorni, nessuno si salverebbe. Ma, grazie agli eletti che egli si è scelto, ha abbreviato quei giorni. 21Allora, se qualcuno vi dirà: “Ecco, il Cristo è qui; ecco, è là”, voi non credeteci; 22perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno segni e prodigi per ingannare, se possibile, gli eletti. 23Voi, però, fate attenzione! Io vi ho predetto tutto. 24In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, 25le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. 26Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. 27Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.
(Marco 13,8-9)
Nei momenti critici, quando imperversano guerre, rischi di catastrofi, notizie di cataclismi naturali siamo emotivamente ancora più indotti a lasciarci travolgere da previsioni fosche, da reazioni incontrollate, da angosce disperate. Gesù ci ammonisce di badare a noi stessi. Non significa chiudersi nel proprio mondo, al contrario! È invece un affidarsi alle promesse di quel Dio in cui crediamo, che non ci lascia soli, che ha un amore e una misericordia infinitamente più grandi della malizia umana, che non lascia il mondo in balia del caso, ma lo vuole traghettare verso un nuovo futuro di speranza.
Lunedì 13 novembre 2023
«Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini»
20Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. 21Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. 22Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono. 23Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. 24La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. 25Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.
(Matteo 4,18-19)
Da pescatori a pescatori di uomini. Da persone occupate essenzialmente di assicurarsi il necessario per vivere, a persone che coinvolgono altri nella grande avventura di trasformare l’umanità. Gesù promette così una produttività diversa. L’obiettivo non è più quello di accumulare beni o inseguire posti prestigiosi, o allargare gli spazi del proprio potere sugli altri. È invece guardare ai bisogni, alle ferite, ai desideri profondi degli uomini e chinarsi su di loro, correre in loro aiuto per guarirli, investendo in questa direzione tutte le proprie energie migliori, coinvolgendo altri in questa impresa di regalare al mondo la gioia del Vangelo.
Martedì 14 novembre 2023
21Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. 22In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. 23Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”.
«Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa,
ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia»
26Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. 27Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». 28Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: 29egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.
(Matteo 7,24-25)
Vivere la Parola di Gesù non è un talismano contro la sventura, né la garanzia di una vita al riparo dalle sofferenze. Gesù spiega bene con questa parabola che la Parola vissuta permette di fare della vita una casa solida che si costruisce giorno dopo giorno, che non teme di essere travolta dagli urti della vita. È un reggere anche in mezzo a mille difficoltà che potrebbero a volte assediare da ogni parte, continuando ad essere un faro che illumina anche nelle tempeste, una casa in cui ci si sente sempre accolti e incoraggiati, diventando un riferimento attraente e autorevole, che indica la strada giusta anche quando non saremo più quaggiù.
Mercoledì 15 novembre 2023
«Andando via di là, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: “Seguimi”. Ed egli si alzò e lo seguì»
10Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. 11Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». 12Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. 13Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».
(Matteo 9,9)
La misericordia di Gesù che raggiunge Matteo ha caratteristiche sorprendenti. Ne sottolineo una. Matteo è chiamato mentre sta facendo qualcosa di molto sbagliato. Mentre siede al banco del suo lavoro odioso e odiato non è raggiunto da un rimprovero, che sarebbe stato comunque meritatissimo. È invece guardato come una persona con la quale è bello e desiderabile stare insieme, è invitato a diventare un amico speciale di Gesù, a condividere i sogni immensi di quella persona che era ammirata da tutti. La misericordia è ancora più grande del perdono: è aver fiducia, coinvolgere chi non se lo merita in qualcosa di grande.
Giovedì 16 novembre 2023
16Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore.
«Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi,
e così l’uno e gli altri si conservano»
(Matteo 9,17)
La conversione che Gesù chiede ogni giorno a chi lo segue non è un semplice aggiustamento di qualcosa di disordinato, né un ultimo ritocco di un lavoro quasi perfetto. È un rinnovamento interiore completo. Questo lo può fare solo lo Spirito quando Lo accogliamo in noi con totale fiducia, fino a dargli in mano il volante della nostra vita. La conversione, infatti, non è fatta di decisioni drastiche, ma di abitudini nuove, diverse, di un nuovo modo di vivere, che può avvenire solo se ci lasciamo cambiare la mentalità, il modo di vedere la propria vita e il mondo alla luce del Vangelo di Gesù.
Venerdì 17 novembre 2023
S. Elisabetta d’Ungheria, religiosa
35Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità.
«Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!»
(Matteo 9,36-38)
Ogni apostolo del Vangelo è il frutto dello sguardo di Gesù sull’umanità. Da un lato è uno sguardo di infinito dolore nel vedere negli uomini smarrimento, confusione, solitudine, ferite del corpo e del cuore, quel sentirsi svuotati che ciascuno di noi conosce e che solo Lui sa come riempire. E contemporaneamente un desiderio irrefrenabile di porre rimedio, di tendere la mano per risollevare una generazione come la nostra di oggi che “rischia di non credere più che la vita sia bella, che il futuro sia desiderabile, che l’amore duri per sempre, che la pienezza della gioia sia dono sperimentabile dell’amicizia con Gesù” (Mario Delpini).
Sabato 18 novembre 2023
«Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità»
2I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello; 3Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; 4Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì. 5Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; 6rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele.
(Matteo 10,1)
Gesù invita gli apostoli accanto a sé, coinvolgendoli nel Suo mondo, mettendo a loro disposizione i Suoi poteri, perché la Sua opera si moltiplichi e si irradi dappertutto. I poteri di Gesù non hanno nulla di magico, non sono trasmessi per stupire, ma per guarire, per allontanare il male che perseguita il cuore di ogni uomo. C’è infatti una lotta di Gesù contro il male che non si è esaurita negli anni della sua vita terrena, ma che continua nella storia attraverso le persone che Lui si sceglie. Il mistero del male è sotto gli occhi di tutti, acquista sempre nuove forme, va scacciato, combattuto, perché gli uomini vivano in fraternità, liberi e felici.
Domenica 19 novembre 2023
II DI AVVENTO I figli del Regno
1In quei giorni venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea 2dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». 3Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaia quando disse: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! 4E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. 5Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui 6e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. 7Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? 8Fate dunque un frutto degno della conversione, 9e
«Non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”.
Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo»
10Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. 11Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 12Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
(Matteo 3,9)
Le parole sferzanti del Battista raggiungono al cuore farisei e sadducei che si ritenevano a posto perché figli di Abramo. Forse venivano al Giordano per analizzare questo profeta, ritenendo che le sue parole fossero solo per gli altri. Ma Giovanni vuole frantumare questa loro illusione, che spesso assomiglia anche alla nostra. Anche noi a volte ci sorprendiamo a pensare che le parole del Vangelo siano soprattutto per gli altri, per i “lontani”, per i non credenti, dimenticando che il Vangelo è anzitutto per noi, per me, e occorre domandarmi ogni volta: “Cosa sta dicendo Gesù con queste Sue parole alla mia vita di adesso?”.
Lunedì 20 novembre 2023
Beato Samuele Marzorati, martire
16A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano:
«Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!»
18È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. 19È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie». 20Allora si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: 21«Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. 22Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. 23E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! 24Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».
(Matteo 11,17)
Capita a volte di vedere alcune feste d’estate all’aperto, dove un cantante si esibisce in modo coinvolgente e appassionato e alcuni bravi strumentisti offrono musica insieme con lui. E attorno la gente chiacchiera, beve qualcosa, qualcuno li guarda, la pista da ballo rimane triste e vuota. Loro vorrebbero coinvolgere i presenti, perché la musica entri in loro, fino a “farli diventare” musica. E quando qualcuno finalmente scioglie le ritrosie e si lancia a cantare e a ballare il clima si trasforma, anche altri prendono coraggio e la festa conosce un nuovo inizio, una nuova gioia. È a questa festa che Gesù non smette di invitarci.
Martedì 21 novembre 2023
Presentazione della Beata Vergine Maria
«Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla»
e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». 33Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». 34Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! 35Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».
(Marco 3,31-32)
L’atteggiamento dei familiari di Gesù assomiglia a quando, con un sms urgente che attende subito una risposta, vogliamo raggiungere un amico che in quel momento è circondato da altre persone o da cose da fare. In certo modo riteniamo legittimo scavalcare tutti, in forza dei diritti dell’amicizia che ci legano a lui. Gesù però non bypassa la folla che lo attornia, perché quelli che ha di fronte sono anche loro suoi familiari, non meno di quelli che lo attendono fuori. La Sua famiglia si è molto allargata, la generatività della sua Parola ha moltiplicato fratelli, sorelle e madri. Tra di loro possiamo esserci anche noi, se viviamo la volontà di Dio.
Mercoledì 22 novembre 2023
S. Cecilia, vergine e martire
22In quel tempo fu portato a Gesù un indemoniato, cieco e muto, ed egli lo guarì, sicché il muto parlava e vedeva. 23Tutta la folla era sbalordita e diceva: «Che non sia costui il figlio di Davide?». 24Ma i farisei, udendo questo, dissero: «Costui non scaccia i demòni se non per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni». 25Egli però, conosciuti i loro pensieri, disse loro:
«Ogni regno diviso in se stesso cade in rovina e nessuna città o famiglia divisa in se stessa potrà restare in piedi»
26Ora, se Satana scaccia Satana, è diviso in se stesso; come dunque il suo regno potrà restare in piedi? 27E se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. 28Ma, se io scaccio i demòni per mezzo dello Spirito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. 29Come può uno entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega? Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. 30Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde. 31Perciò io vi dico: qualunque peccato e bestemmia verrà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non verrà perdonata. 32A chi parlerà contro il Figlio dell’uomo, sarà perdonato; ma a chi parlerà contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato, né in questo mondo né in quello futuro.
(Matteo 12,25)
Gesù sta parlando del diavolo e specifica bene quale sia la sua opera: dividere per far crollare. Ci mostra così un criterio di discernimento semplice e illuminante. Tutto ciò che separa non viene da Dio, ogni parola che mira a far crollare senza ricostruire non viene da Dio. E questo riguarda tutto, Gesù parla infatti di regni, di città, di famiglie, quindi di ogni comunità umana, dalla più grande alla più semplice e originaria. Sono infatti benedetti tutti coloro che si adoperano in mille modi per stemperare le tensioni, per sciogliere i nodi, in modo da avvicinare chi è distante, chi non si parla più, chi coltiva sentimenti negativi: continuano l’opera di Dio.
Giovedì 23 novembre 2023
33Prendete un albero buono, anche il suo frutto sarà buono. Prendete un albero cattivo, anche il suo frutto sarà cattivo: dal frutto infatti si conosce l’albero. 34Razza di vipere, come potete dire cose buone, voi che siete cattivi?
«La bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda.
L’uomo buono dal suo buon tesoro trae fuori cose buone,
mentre l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori cose cattive»
36Ma io vi dico: di ogni parola vana che gli uomini diranno, dovranno rendere conto nel giorno del giudizio; 37infatti in base alle tue parole sarai giustificato e in base alle tue parole sarai condannato».
(Matteo 12,34-35)
Visto che nessuno di noi è sempre buono o sempre cattivo, possiamo e dobbiamo vigilare con cura su ciò che diciamo. Anzitutto le parole che escono dalla nostra bocca parlano di noi, di come stiamo, di qual è la nostra temperatura spirituale di quel momento, se l’anima è in salute o ha il Covid. Ma possiamo anche compiere diverse operazioni: favorire le parole incoraggianti, frenare critiche e lamentele, condire le osservazioni dirette verso qualcuno con apprezzamenti, con comportamenti positivi da lui tenuti, insomma orientare le conversazioni, perché acquistino una piega edificante e non squalificante.
Venerdì 24 novembre 2023
Beata Maria Anna Sala, vergine
«Allora alcuni scribi e farisei gli dissero: “Maestro, da te vogliamo vedere un segno”»
39Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. 40Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. 41Nel giorno del giudizio, quelli di Ninive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! 42Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!
(Matteo 12,38)
A volte anche noi vogliamo decidere le condizioni per credere. Vogliamo miracoli, prove tangibili e rischiamo di rimanere delusi. Occorre un cuore pronto allo stupore, che sa vedere segni nelle piccole cose di ogni giorno, che non si aspetta nulla, ma sa che la maggior parte delle cose arriveranno quando meno te le aspetti. È sempre un dono: come avvenne per i pastori di Betlemme, per i quali il segno era «un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia» (Luca 2,12), ciò che di più semplice potesse esserci!
Sabato 25 novembre 2023
S. Caterina d’Alessandria, vergine e martire
43Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo, ma non ne trova. 44Allora dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. E, venuto, la trova vuota, spazzata e adorna. 45Allora va, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora; e l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima. Così avverrà anche a questa generazione malvagia». 46Mentre egli parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli. 47Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». 48Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?».
«Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse:
«Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre»
(Matteo 12,49-50)
I legami familiari per Gesù non sono quelli del sangue, ma quelli dello spirito. Per essere considerati Suoi fratelli occorre fare la volontà di Dio. Gesù pertanto in questa circostanza non disconosce Maria, anzi ce la pone come modello, come esempio di discepola perfetta. Infatti il suo sì alla volontà di Dio sulla sua vita è iniziato con l’annunciazione ed è durato per tutta la vita.
Domenica 26 novembre 2023
III DI AVVENTO Le profezie adempiute
33Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. 34Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. 35Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce. 36Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato.
«E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato»
39Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me.
(Giovanni 5,37-38)
Chi sta ascoltando Gesù è troppo pieno di sé per potersi accorgere di chi sia Gesù. Non bastano testimoni come il Padre, Giovanni Battista, le opere e le Scritture per credere. Il primo passo necessario è un cuore umile, che si sente bisognoso di tutto come un bambino e sa affidarsi. La fede viene di conseguenza, perché prima della testa occorre usare il cuore.
Lunedì 27 novembre 2023
53Terminate queste parabole, Gesù partì di là. 54Venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e
«la gente rimaneva stupita e diceva: “Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?”. Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: “Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua”»
58E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.
(Matteo 13,54-57)
Spesso, quando qualcuno ci parla, invece di ascoltare ciò che dice, per decidere se sia o no il caso di seguirlo, ci avviciniamo con idee preconcette. Il Signore però si rivela attraverso chi vuole, sta a noi essere aperti ad ascoltare tutti per poi discernere. Con questa libertà del cuore faremo scoperte meravigliose, faremo esperienza che a volte sono proprio i bambini che ci raccontano la bellezza di una fede libera da schemi.
Martedì 28 novembre 2023
1In quel tempo alcuni farisei e alcuni scribi, venuti da Gerusalemme, si avvicinarono a Gesù e gli dissero: 2«Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Infatti quando prendono cibo non si lavano le mani!». 3Ed egli rispose loro:
«E voi, perché trasgredite il comandamento di Dio in nome della vostra tradizione?»
4Dio ha detto: Onora il padre e la madre e inoltre: Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte. 5Voi invece dite: “Chiunque dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è un’offerta a Dio, 6non è più tenuto a onorare suo padre”. Così avete annullato la parola di Dio con la vostra tradizione. 7Ipocriti! Bene ha profetato di voi Isaia, dicendo: 8Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. 9Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini».
(Matteo 15,3)
Anche noi spesso nelle nostre parrocchie siamo rinchiusi nelle nostre tradizioni, nel “si è sempre fatto così”. Ogni cambiamento ci manda in crisi, siamo legati in modo indissolubile alle nostre abitudini, ai nostri punti di vista, al rigoroso ripetersi del nostro vissuto di fede. Rinchiudiamo il rapporto con Dio in qualcosa di statico, di irremovibile. Il Signore invece è vivace, creativo sempre diverso, come è sempre diverso l’Amore.
Mercoledì 29 novembre 2023
10Poi, riunita la folla, disse loro: «Ascoltate e comprendete bene! 11Non ciò che entra nella bocca rende impuro l’uomo; ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro l’uomo!». 12Allora i discepoli si avvicinarono per dirgli: «Sai che i farisei, a sentire questa parola, si sono scandalizzati?». 13Ed egli rispose: «Ogni pianta, che non è stata piantata dal Padre mio celeste, verrà sradicata. 14Lasciateli stare! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!». 15Pietro allora gli disse: «Spiegaci questa parabola». 16Ed egli rispose: «Neanche voi siete ancora capaci di comprendere? 17Non capite che tutto ciò che entra nella bocca, passa nel ventre e viene gettato in una fogna? 18Invece ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore. Questo rende impuro l’uomo.
«Dal cuore, infatti, provengono propositi malvagi, omicidi, adultèri, impurità, furti, false testimonianze, calunnie. Queste sono le cose che rendono impuro l’uomo; ma il mangiare senza lavarsi le mani non rende impuro l’uomo»
(Matteo 15,19-20)
Il nostro cuore è impuro quando accende i fari solo su di sé. Allora tutto diventa importante per noi: le cose, gli affetti, il potere… Nel cuore però non sentiamo la pace, perché c’è sempre qualche preoccupazione che mina alla radice la nostra serenità. Quando invece riusciamo ad affidare tutto al Signore e ci abbandoniamo completamente alla Sua volontà tutto cambia e siamo invasi da una pace che nessuno può toglierci, perché «i puri di cuore…vedranno Dio» (Matteo 5,8).
Giovedì 30 novembre 2023
S. ANDREA, APOSTOLO
Commemorazione del Battesimo di s. Ambrogio
«Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori»
19E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». 20Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. 21Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. 22Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
(Matteo 4,18)
Spesso nel Vangelo lo sguardo di Gesù si posa su qualcuno e da lì nasce la vocazione. Ognuno di noi prima di essere chiamato a seguire il Maestro è stato prima osservato ed amato nel suo quotidiano. E può essere anche un quotidiano un po’ torbido come quello di Matteo o Zaccheo, l’amore del Signore supera tutto, basta risponderGli prontamente.
COMMENTS