Oggi salutiamo don Carlo, suor Chiara e suor Alfonsina che ci hanno lasciato.
Ma se per suor Chiara e suor Alfonsina ci sono delle ragioni comprensibili (suor Chiara deve obbligatoriamente fare una seconda esperienza per accedere ai voti perpetui e suor Alfonsina aveva finito il suo mandato come Superiora), per don Carlo la richiesta del Movimento dei focolari di averlo a suo servizio per tre anni, accolta dal nostro Arcivescovo, ci ha lasciato perplessi ed anche un po’ arrabbiati. Don Carlo ha accettato tutto come Volontà di Dio, e ciò gli fa onore, anche se noi fatichiamo a comprendere il senso di questa decisione.
Non possiamo però passare la vita a lamentarci di ciò che è accaduto, né sognare come sarebbe stato bello se…
Dobbiamo smettere di subire, questo ci insegna il Vangelo. Non bisogna mai subire quello che si sta vivendo, ma sceglierlo, scegliere ciò che non si è scelto.
E cosa scegliamo?
Quando cinque anni fa il Vescovo ci ha inviato a Gorgonzola a vivere un’esperienza di fraternità sacerdotale che facesse nascere una pastorale del “noi”, cioè un nuovo modo di vivere il ministero e la sinodalità della Chiesa quale segno per tutta la diocesi, eravamo solo in tre: io, don Carlo e don Peppino.
Questa realtà è chiamata a proseguire: non può finire con la partenza di don Carlo, sarebbe come dire che funziona solo se ci sono certe persone e non altre…
Certo è finita UNA storia (quella di queste tre persone concrete che vivono una vita comune), ma non è finita LA storia (quella della vita comune)!
Con don Peppino ci siamo detti che vogliamo continuare quello che in questi cinque anni abbiamo iniziato.
Al momento come vita comune in senso stretto proseguiamo io e don Peppino (e stiamo aspettando che il Vescovo dica di sì a un altro sacerdote che ha chiesto di poter fare la stessa esperienza con noi), ma sia don Antonio (che fa ormai parte pienamente del nostro focolare) sia don Lorenzo continueranno la vita fraterna (pregando al mattino presto insieme ogni giorno e condividendo la mensa con noi), coinvolgendo sempre più anche don Marino.
LA storia si allarga con UNA nuova storia! Vogliamo che “ante omnia” ci sia l’amore reciproco, che il “noi” preceda le singole individualità e che questa realtà di unità abbia ricadute sulla dimensione sinodale della Comunità, a partire dal Consiglio pastorale, luogo del discernimento comunitario.
Così, anche grazie a don Carlo, LA storia prosegue, pur in mezzo ai nostri limiti ed errori che (purtroppo ne siamo certi!) non mancheranno; perché, come dice Gesù “i poveri (=peccatori) li avete sempre tra voi”, e perché la Comunità è il luogo del perdono oltre che della festa.
Cercheremo tutti (clero e laici) di mettere in pratica quello stile di relazioni fraterne che don Carlo ci ha mostrato col suo sorriso e il suo entusiasmo: che questi cinque anni non siano una parentesi, ma l’inizio di un nuovo modo di vivere il nostro essere Chiesa e l’amore reciproco fra tutti noi.
Appunto: è finita UNA storia, ma non è finita LA storia.
Ed è anche per questo che oggi vogliamo fare festa ed esprimere a don Carlo il nostro grazie.
E la stessa cosa potremmo dirla a Suor Chiara e Suor Alfonsina: l’arrivo di Suor Giovanna sarà occasione preziosa, ne siamo certi, per proseguire in questo stile di comunione il legame tra la nostra Comunità pastorale e le Suore che da tanti anni prestano servizio in mezzo a noi e che le Suore partenti hanno incrementato e consolidato.
don Paolo
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