Vivi la Parola: 2024 01 – Gennaio

Lunedì 1 gennaio 2024
OTTAVA DEL NATALE
NELLA CIRCONCISIONE DEL SIGNORE

18Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori.

«Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore»

20I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. 21Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

(Luca 2,19)

 

Dovremo ringraziare in eterno Maria anche per aver custodito con cura i ricordi più preziosi di Gesù. Li ha trattenuti nella memoria del cuore, li avrà rivisitati a più riprese per trovare in essi consolazione e speranza, ma anche per cercare di comprendere sempre meglio cosa le insegnavano sul mistero del Figlio. Questa custodia è un esercizio difficile oggi, perché siamo distolti costantemente e attratti da nuove notizie, da mille avvenimenti e tutto rischia di scivolare via dal ricordo, anche i doni più preziosi di Dio. Fermarsi, annotare, custodire diventano così verbi importanti negli auguri che ci scambiamo all’inizio del nuovo anno.

 

 

Martedì 2 gennaio 2024   Ss. Basilio Magno e Gregorio Nazianzeno,

vescovi e dottori della Chiesa

Simeone accolse il bambino tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:

«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza

31preparata da te davanti a tutti i popoli: 32luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele».

(Luca 2,29-30)

 

Simeone è vecchio eppure sa ancora attendere e guardare al domani con speranza. Non è fermo sui ricordi del passato, aspetta ciò che Dio ha promesso e si fida. E questa fiducia non viene tradita. Come Luce nella notte gli arriva dinnanzi questo Bambino ed egli, mosso dallo Spirito, lo riconosce, vede la Salvezza. Che ognuno di noi riesca a mantenere questa giovinezza del cuore, quella di chi sa attendere ogni giorno l’Amato.

 

Mercoledì 3 gennaio 2024

36C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, 37era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni.

«Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere»

38Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

(Luca 2,37)

 

Abitare sempre nel tempio significa custodire ad ogni istante nel cuore la presenza di Dio. Quando poi il dialogo con Lui è frequente, quasi costante, si coltivano pensieri, impressioni, progetti e anche attese molto tipiche, speciali, che non ci sfiorano se viviamo distratti. La profetessa Anna fa esperienza di tutto questo, sa riconoscere subito il dono immenso che è la presenza del bambino Gesù nel tempio, il suo cuore è in festa, ne parla con tutti quelli che vede, perché è proprio quello il centro vitale e affettivo che riempie di bellezza tutta la sua vita e non può trattenere la sua gioia.

 

Giovedì 4 gennaio 2024

«Gesù, quando cominciò il suo ministero, aveva circa trent’anni»

ed era figlio, come si riteneva, di Giuseppe, figlio di Eli, 24figlio di Mattat, figlio di Levi, figlio di Melchi, figlio di Innai, figlio di Giuseppe, 25figlio di Mattatia, figlio di Amos, figlio di Naum, figlio di Esli, figlio di Naggai, 26figlio di Maat, figlio di Mattatia, figlio di Semein, figlio di Iosec, figlio di Ioda, 27figlio di Ioanàn, figlio di Resa, figlio di Zorobabele, figlio di Salatièl, figlio di Neri, 28figlio di Melchi, figlio di Addi, figlio di Cosam, figlio di Elmadàm, figlio di Er, 29figlio di Gesù, figlio di Elièzer, figlio di Iorim, figlio di Mattat, figlio di Levi, 30figlio di Simeone, figlio di Giuda, figlio di Giuseppe, figlio di Ionam, figlio di Eliachìm, 31figlio di Melea, figlio di Menna, figlio di Mattatà, figlio di Natam, figlio di Davide, 32figlio di Iesse, figlio di Obed, figlio di Booz, figlio di Sala, figlio di Naassòn, 33figlio di Aminadàb, figlio di Admin, figlio di Arni, figlio di Esrom, figlio di Fares, figlio di Giuda, 34figlio di Giacobbe, figlio di Isacco, figlio di Abramo, figlio di Tare, figlio di Nacor, 35figlio di Seruc, figlio di Ragàu, figlio di Falek, figlio di Eber, figlio di Sala, 36figlio di Cainam, figlio di Arfacsàd, figlio di Sem, figlio di Noè, figlio di Lamec, 37figlio di Matusalemme, figlio di Enoc, figlio di Iaret, figlio di Maleleèl, figlio di Cainam, 38figlio di Enos, figlio di Set, figlio di Adamo, figlio di Dio.

(Luca 3,23)

 

L’età in cui Gesù inizia la sua missione pubblica è quella di un uomo maturo, nell’esperienza umana di quell’epoca. Non soltanto nel pieno delle sue energie psicofisiche, ma anche ormai esperto nella vita adulta. Trent’anni infatti era anche l’età formale per accedere al sacerdozio. Non si tratta perciò di un giovanotto brillante ancora inesperto che si tuffa con slancio e audacia nella vita sociale, ma di una persona che ha già accumulato un bagaglio notevole di esperienze e di sapienza, dalla personalità ormai ben stagliata.

Un uomo, quindi. L’uomo in pienezza. Il nuovo Adamo, il vero capostipite dell’umanità.

 

Venerdì 5 gennaio 2024

29Il giorno dopo Giovanni Battista disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! 30Egli è colui del quale ho detto:

«Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me»

31Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».  32Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. 33Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. 34E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».

(Giovanni 1,30)

 

Gesù non è soltanto un uomo vissuto in un momento puntuale della storia, ma contiene in Sé l’intero genere umano. È il “primo pensato”, è guardando al Figlio che il Padre ha dato origine all’umanità. San Paolo spiegherà che il primo Adamo del racconto biblico delle origini è in funzione, in attesa del nuovo Adamo, senza il quale nessuno avrebbe mai la Vita: «Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita» (1 Corinti 15,22). Per tutto questo, solo se guardiamo Gesù comprendiamo chi siamo, solo se Lo ascoltiamo troveremo risposta alle nostre domande, solo se viviamo la Sua Parola viviamo per davvero.

 

Sabato 6 gennaio 2024   EPIFANIA DEL SIGNORE

1Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme 2e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». 3All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. 4Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. 5Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: 6E tu, Betlemme, terra di Giuda,  non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda:  da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele». 7Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella 8e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono.

«Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima»

11Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. 12Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

(Matteo 2,9-10)

 

Nella vita tutti abbiamo avuto una o più comete ad indicarci la via per arrivare a Gesù. Sono state persone incontrate nella realtà o attraverso ciò che hanno scritto e fatto. A volte sono state una luce abbagliante nella notte intorno a noi, altre un tenue lume per dissolvere la nebbia e il torpore che ci circondava. Abbiamo ricevuto tanto e il Signore ora ci chiede di essere questa luce per altri, soprattutto per le nuove generazioni. E’ un’epoca in cui mancano i maestri, è inutile che ci guardiamo intorno, tocca a noi, come possiamo e come riusciamo. Al resto ci pensa Lui.

 

 

Domenica 7 gennaio 2024   BATTESIMO DEL SIGNORE

7E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. 8Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». 9Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni.

«E subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”»

(Marco 1,10-11)

 

«Se tu squarciassi i cieli e scendessi!», pregava Isaia (63,19) cinque secoli prima. E finalmente il suo desiderio, la sua profezia si avvera. La Trinità fa irruzione sulla terra in modo definitivo con la rivelazione che Gesù compie nel suo ministero. Il Cielo quindi non è più chiuso, misterioso e imprevedibile, si apre una strada che collega Dio con l’umanità, che rimarrà sempre aperta, gli angeli non smetteranno più di salire e scendere sul Figlio dell’uomo  (cfr. Giovanni 1,51), Dio Amore si fa conoscere e sarà sempre raggiungibile, da tutti, anche e soprattutto quando non pensi di meritartelo.

 

 

Lunedì 8 gennaio 2024

1Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. 2Come sta scritto nel profeta Isaia: Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. 3Voce di uno che grida nel deserto:

«Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri»

4vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. 5Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. 6Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. 7E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. 8Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

(Marco 1,3)

 

Non si può continuare a lasciare la casa in disordine, rimandare in eterno il momento in cui ci si dedica a se stessi, alle proprie cose, a ciò che siamo, accumulando problemi e ansie senza cercare di porre rimedio. Occorre fermare il tempo e accendere nel cuore l’attesa di Dio, dedicarsi a mettere ordine in noi stessi, a rimuovere ed eliminare ciò che è inutile, a trovare il giusto posto per ogni cosa. Ed evitare, per quanto riusciamo, di zigzagare qua e là rincorrendo ciò che toglie la pace. Sarebbe bello riuscire a guardare Gesù negli occhi e fissare lo sguardo su di Lui, ritrovando quell’amore, quella forza e quella fiducia che altrove non esistono.

 

 

Martedì 9 gennaio 2024

14Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, 15e diceva:

«Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo»

16Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 17Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». 18E subito lasciarono le reti e lo seguirono. 19Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. 20E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

(Marco 1,15)

 

Il regno di Dio è una formula sintetica per esprimere l’appartenenza al mondo di Dio, l’ingresso in quella logica in cui non sono più gli uomini a manovrare il mondo, ma è Dio a dettar legge, l’entrare in quella esperienza in cui anche il più piccolo ha per sempre un valore immenso. Con l’arrivo di Gesù tutto questo è a portata di mano per chiunque. Un’opportunità che di lì a poco passa accanto a Simone, Andrea, Giacomo e Giovanni: e loro non se la lasciano scappare, la prendono al volo, lasciando da parte tutto il resto, accettando il rischio e la sfida, avendo intuito di aver trovato il tesoro della vita.

 

 

Mercoledì 10 gennaio 2024

21Giunsero a Cafàrnao e subito Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, insegnava. 22Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. 23Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, 24dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». 25E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». 26E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. 27Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». 28La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea. 29E subito, usciti dalla sinagoga, andarono nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni.

«La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva»

32Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. 33Tutta la città era riunita davanti alla porta. 34Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.

(Marco 1,30-31)

 

La suocera di Pietro non dice una parola, gli altri agiscono per lei. Però appena guarita riprende in mano la situazione e incomincia a servire. Non occorrono tante parole o fatti clamorosi per seguire Gesù. Basta essere abituati a guardarsi intorno, a vedere i bisogni degli altri, prima ancora di ricevere richieste di aiuto. Servire non è l’obbedienza passiva dello schiavo che non può far altro, ma aspetta solo di essere liberato. Il servizio del cristiano è una scelta libera che si ripete in ogni attimo della vita, perché è la scelta di amare come ama Gesù.

 

Giovedì 11 gennaio 2024

«Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava»

36Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. 37Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». 38Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». 39E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni. 40Venne da lui un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». 41Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». 42E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. 43E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito 44e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». 45Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

(Marco 1,35)

 

Potrebbe sembrare strano che Gesù avesse bisogno di pregare, visto che viveva in un dialogo ininterrotto con il Padre nello Spirito. Ma noi conosciamo bene la nostra umanità, di quanto le vicende della vita ci coinvolgano, soprattutto se cerchiamo di rimanere costantemente nella dinamica di donarci ai fratelli. Il vortice inarrestabile delle cose disorienta. C’è bisogno di un tempo di sosta, di lasciare sedimentare le emozioni, di mettersi alla presenza soltanto di Dio per rivedere insieme a Lui quanto sta avvenendo e per capire quali sono i prossimi passi da compiere.

 

Venerdì 12 gennaio 2024

13Uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. 14Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.

«Avvenne che di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe. I farisei gli dicevano: “Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?”»

25Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? 26Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!». 27E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! 28Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».

(Marco 2,23-24)

 

Gesù ha lottato molto e ha pagato di persona per restituire l’esperienza della fede in Dio alla sua autenticità. Attorno a sé vedeva che tutto era ridotto alla pura osservanza dei comandamenti, all’attuazione minuziosa delle regole fissate, come se il livello dell’esperienza di Dio fosse misurata solo da questo termometro esteriore. I farisei non tenevano in conto l’interiorità e quindi non si preoccupavano dell’ipocrisia. Per loro la religione era soltanto un prontuario di comportamenti corretti, che occorreva rispettare con precisione inflessibile. Ma così facendo Dio rimaneva fuori dalla porta. Ed è un rischio che corriamo anche noi.

 

Sabato 13 gennaio 2024

«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento»

18In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. 19Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.

(Matteo 5,17)

 

Gesù interviene per rispondere ad un’obiezione contenuta nelle accuse dei suoi oppositori: quella di voler cambiare la religione, di scavalcare le leggi dei padri che erano per sempre  custodite e sigillate nella Torah. In realtà il suo è proprio lo sforzo di rispettare quelle leggi in modo più radicale, di riportarle al loro significato profondo. Obiettivo della legge infatti è alimentare l’unione con Dio, eliminare gli ostacoli che si frappongono tra noi e Lui, riportare l’Amore al centro della fede, perché Dio è Amore. Tutto ciò che non nasce dall’amore ci allontana da Lui.

 

 

Domenica 14 gennaio 2024   II DOPO L’EPIFANIA

1Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. 2Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.

«Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: “Non hanno vino”. E Gesù le rispose: “Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora”. Sua madre disse ai servitori: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”»

6Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. 7E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. 8Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. 9Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo 10e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».  11Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

(Giovanni 2,3-5)

 

Maria ama e conosce suo figlio. Sa come arrivare al suo cuore anche senza parlare, infatti sembra ignorare la Sua risposta. Ella insegna ad ogni mamma come comportarsi anche quando sembra di non essere ascoltati. Mai arrendersi! Nessun figlio è perso definitivamente se si sente amato. Ci vorrà del tempo, ma deve percepire  la fiducia che comunque abbiamo in lui. Ed è un lavoro che non finisce mai, a nessuna età.

 

 

Lunedì 15 gennaio 2024

7Gesù, intanto, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea.

«Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidone, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui»

9Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. 10Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo. 11Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». 12Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.

(Marco 3,7-8)

 

Gesù è l’uomo del momento, tutti lo cercano, la sua fama corre molto lontano, grandi folle lo seguono, vive una stagione di successi. Si organizza di conseguenza per gestire bene questa situazione e continuare il suo ministero. Ma non si attacca al successo di pubblico, non lo considera come l’obiettivo del suo operare. Rimane in ascolto di quello che il Padre gli indica e lo compie: è questa la roccia su cui costruisce la sua vita. Verranno giorni in cui il successo diminuirà, le folle di ascoltatori lo abbandoneranno, fino quasi a sparire sotto la croce, ma non sarà questo a condizionarlo. La sua vita è in tutto e per tutto fedele soltanto al Padre.

 

 

Martedì 16 gennaio 2024

«Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: “Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni”»

23Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? 24Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; 25se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. 26Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. 27Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. 28In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; 29ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna». 30Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».

(Marco 3,22)

 

Quando siamo chiusi alla verità e continuiamo a intestardirci di fronte all’evidenza senza voler cambiare opinione, ci difendiamo con qualunque argomento. È normale che nella foga della discussione si cerchi di non perdere, ma è necessario che, almeno nel segreto del nostro cuore, riconosciamo di essere fuori strada. Altrimenti può capitare che ci blocchiamo nel nostro punto di vista, senza più ascoltare, convincendoci che siano solide e autentiche le nostre ragioni inconsistenti. Occorre umiltà, ascolto, disponibilità a perdere, capacità di abitare per un po’ nel pensiero dell’altro e scopriremo che nelle sue parole c’è almeno qualche venatura di verità che prima non vedevamo.

 

 

Mercoledì 17 gennaio 2024   S. Antonio, abate

«Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: “Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano”»

33Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». 34Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! 35Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».

(Marco 3,31-32)

 

Il testo di Marco sembra insistere su un particolare ripetuto: i suoi familiari “stanno fuori”. Forse non si tratta solo di una posizione fisica, ma di un atteggiamento interiore: voler stare con Gesù, ma tirandolo fuori dalla realtà che sta vivendo. Infatti qualche versetto prima Marco annota: «Allora i suoi…uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: “È fuori di sé”» (Marco 3,21). È una tentazione che si insinua anche in noi quando vorremmo in certo modo forzare il Signore ad entrare nella nostra mentalità, nel nostro modo di vedere le cose, dimenticando che la vera Luce abita in Lui e non in noi.

 

 

Giovedì 18 gennaio 2024   CATTEDRA DI S. PIETRO APOSTOLO

13Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». 14Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». 15Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». 16Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli.

«E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli»

(Matteo 16,18-19)

 

Chi mette Gesù come prima Pietra per l’edificazione della Sua Chiesa? Un uomo che non sarà capace di seguirlo fino al Calvario, che lo rinnegherà tre volte … ma che poi se ne pentirà amaramente. Nessuno di noi si sarebbe fidato a tal punto da consegnargli tutto ciò che aveva di più caro. E invece il Signore continua a fidarsi di noi anche quando sbagliamo, quando ci sembra di aver toccato il fondo. Proprio dalla fragilità nasce la nostra forza, chi non sbaglia non sperimenta fino in fondo la Misericordia  e non saprà comprendere gli errori di chi gli sta vicino.

 

 

Venerdì 19 gennaio 2024

«Diceva a quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici: “Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro?”»

22Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. 23Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!».

(Marco 4,21)

 

La traduzione di questa frase di Gesù vuole rimanere fedelissima al testo greco, anche se noi di solito non parliamo così: le lampade non si muovono da sole… Ma se intendiamo per “lampada” la persona di Gesù e la Sua Parola (Gesù-Parola) comprendiamo che Gesù è un rivelatore aperto, pubblico, il cui messaggio è rivolto ad ogni uomo e ad ogni donna di ogni tempo. Gesù infatti non coltiva una setta di iniziati pronunciando formule segrete riservate solo agli adepti. Ai discepoli spiegherà in privato quello che prima ha già annunciato a tutte le folle. Per questo la Sua Parola deve sempre correre dappertutto, attraverso ogni canale, perché sia ascoltata da tutti.

 

 

Sabato 20 gennaio 2024   S. Sebastiano, martire

1Si mise a parlare loro con parabole: «Un uomo piantò una vigna, la circondò con una siepe, scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.

«Al momento opportuno mandò un servo dai contadini a ritirare da loro la sua parte del raccolto della vigna. Ma essi lo presero, lo bastonarono e lo mandarono via a mani vuote.  Mandò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo insultarono. Ne mandò un altro, e questo lo uccisero; poi molti altri: alcuni li bastonarono, altri li uccisero»

6Ne aveva ancora uno, un figlio amato; lo inviò loro per ultimo, dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. 7Ma quei contadini dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e l’eredità sarà nostra!”. 8Lo presero, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna. 9Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e farà morire i contadini e darà la vigna ad altri. 10Non avete letto questa Scrittura: La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; 11questo è stato fatto dal Signore  ed è una meraviglia ai nostri occhi?». 12E cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla; avevano capito infatti che aveva detto quella parabola contro di loro. Lo lasciarono e se ne andarono.

(Marco 12,2-5)

 

Mettendoci nei panni di chi ascoltò questa parabola per la prima volta è facile immaginare quanto stupore potesse nascere nel cuore dei presenti. Chi mai avrebbe una pazienza simile a quella di questo padrone della vigna?  E, insieme, sarà cresciuta tanta indignazione di fronte alla violenza selvaggia e criminale dei servi verso questi inermi ambasciatori, comportandosi da padroni senza esserlo. In realtà è la sintesi della storia della salvezza: i tanti profeti ignorati e uccisi, Gesù sopra tutti, e la misericordia sconfinata di Dio che non si rassegna e non smette mai di offrire agli uomini di ogni tempo nuove opportunità.

 

 

Domenica 21 gennaio 2024   III DOPO L’EPIFANIA

«Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte. Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati»

15Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». 16Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». 17Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». 18Ed egli disse: «Portatemeli qui». 19E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. 20Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. 21Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

(Matteo 14,13-14)

 

Gesù vuole restare solo per un po’. Giovanni Battista è appena stato ucciso, ne è ovviamente molto turbato, intuisce che lui sta correndo gli stessi rischi del precursore. Ma la vista della folla lo distoglie dai suoi pensieri. Il suo cuore si commuove di fronte ai loro bisogni, guarisce i malati, a fine giornata moltiplicherà pani e pesci per loro. Si dimentica di sé, mette da parte i suoi problemi, vive in donazione verso tutti. La vita va vissuta così, spendendosi senza risparmiarsi, ma questo avviene solo se il cuore si commuove per i fratelli: allora la fatica passa in secondo piano, si trovano nuove energie e tutto trova senso.

 

 

Lunedì  22 gennaio 2024

Diceva a quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici: 24Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più.

«Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha»

(Marco 4,25)

 

E’ in pratica la stessa frase che Matteo riporta nella parabola dei talenti (Matteo 25,29). “Avere” in questo caso significa “mettere a frutto”, “ascoltare”, “seguire”. Più riusciremo ad ascoltare la Parola, a farla vivere in noi e più sentiremo la Grazia accrescere nel cuore e fiorire negli altri. Al contrario se lasciamo che la Parola seminata in noi piano piano appassisca, venga soffocata dalle mille preoccupazioni della vita, alla fine sparirà.

 

 

 

Martedì 23 gennaio 2024

26Diceva:

«Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura”»

30Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? 31È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; 32ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra». 33Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. 34Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

(Marco 4,26-29)

 

Questa parabola, come la successiva del granello di senape, fanno respirare in grande, riempiono il cuore di speranza. Ci ricordano che la storia non è in mano nostra, che Dio non è semplice spettatore, che il Risorto è un’energia prodigiosa e inarrestabile posta nel cuore del mondo, che agisce in modo sconosciuto, ma che porterà il cosmo alla sua pienezza. Noi tutti ci muoviamo dentro questo dinamismo che è più forte di ogni male, che nessuno potrà frenare. È questa la fede alla quale Gesù ci chiama e che Lui non smette di alimentare in noi anche nei tempi più bui ed enigmatici.

 

 

Mercoledì 24 gennaio 2024   S. Francesco di Sales, vescovo e dottore della Chiesa

«In quel medesimo giorno, venuta la sera, disse loro: “Passiamo all’altra riva”. E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca»

C’erano anche altre barche con lui. 37Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. 38Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». 39Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. 40Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». 41E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».

(Marco 4,35-36)

 

«Così com’era». Un dettaglio che interroga: come stava Gesù in quel momento, in che condizioni era?  A giudicare dal seguito del racconto, era stanco morto. Di lì a poco, in piena tempesta, dormirà come un ghiro. E rimprovererà i discepoli, angosciati dalla paura di morire, per la loro mancanza di fede. Perché sulla barca c’era anche lui, stava correndo gli stessi loro rischi, ma come sempre aveva fede nel Padre e poteva dormire tranquillo. Verrà anche per lui nel Getsemani la notte della paura e dell’angoscia, in cui non chiude occhio e sono i discepoli dormire, ma perché sa che è il momento finale e occorre prepararsi.

 

 

Giovedì 25 gennaio 2024   CONVERSIONE DI S. PAOLO

27Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». 28E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele.

«Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna»

(Matteo 19,29)

 

Al discepolo che lascia Gesù assicura un’immensa ricompensa. Questa promessa ci è necessaria: perché lasciare è difficile. Lo è senz’altro la prima volta, quando scegli Dio e decidi così di mettere tutta la tua vita nelle Sue mani. Ma lo è anche successivamente, perché sempre devi rimanere pronto a perdere, a lasciare quello che Lui ti ha dato. Non è mai facile. Perché alle realtà belle ti affezioni e non vorresti abbandonarle. Ma quello che trovi è ancora di più, accompagnato da un supplemento di Sapienza, e ti accorgi che tutti i rapporti che hai costruito in Lui continuano, in modo diverso, ad accompagnarti.

 

 

Venerdì 26 gennaio 2024   Ss. Timoteo e Tito, vescovi

24E nacque tra loro anche una discussione: chi di loro fosse da considerare più grande. 25Egli disse: «I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno potere su di esse sono chiamati benefattori.

«Voi però non fate così; ma chi tra voi è più grande diventi come il più giovane, e chi governa come colui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve»

28Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove 29e io preparo per voi un regno, come il Padre mio l’ha preparato per me, 30perché mangiate e beviate alla mia mensa nel mio regno. E siederete in trono a giudicare le dodici tribù d’Israele.

(Luca 22,26-27)

 

A parole diamo per assodate questo invito di Gesù, tant’è che ogni lavoro svolto in una comunità lo chiamiamo servizio. In pratica però spesso il cuore si attacca a quel servizio, come fosse qualcosa di nostro e non un evento che ora c’è, ma che potrebbe venirci tolto il qualsiasi momento. Occorre lottare per mantenere un cuore libero, pronto a lasciare tutto per seguire ciò che il Signore ci chiede, fidandoci completamente di Lui, senza opporre resistenza.

 

 

Sabato 27 gennaio 2024

31Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. 32E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». 33Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.  34Allora la folla gli rispose: «Noi abbiamo appreso dalla Legge che il Cristo rimane in eterno; come puoi dire che il Figlio dell’uomo deve essere innalzato? Chi è questo Figlio dell’uomo?».

«Allora Gesù disse loro: “Ancora per poco tempo la luce è tra voi. Camminate mentre avete la luce, perché le tenebre non vi sorprendano; chi cammina nelle tenebre non sa dove va. Mentre avete la luce, credete nella luce, per diventare figli della luce”»

(Giovanni 12,35-36)

 

L’alternanza di luce e tenebre è la condizione di ogni uomo. Nessuno vive sempre nella luce e nessuno sempre al buio, difficoltà e gioie non sono risparmiate a nessuno. Però l’umanità invoca la luce, perché le tenebre possono paralizzare fino a diventare insopportabili. Gesù vuole formare figli della luce: donne e uomini che sanno sempre schiacciare l’interruttore, che riportano speranza dove aleggia il pessimismo, che aprono nuove strade quando i sentieri sembrano interrotti, che annunciano la gioia anche quando si trovano nel dolore. Sono quelli che credono nella Luce.

 

 

Domenica 28 gennaio 2024   S. FAMIGLIA DI GESU’, MARIA E GIUSEPPE

«I suoi genitori si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero»

44Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; 45non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. 46Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. 47E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. 48Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». 49Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». 50Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. 51Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. 52E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

(Luca 2,41-43)

 

In ogni famiglia, prima o poi, i figli ti sorprendono. A volte in modo positivo, ma più spesso in modo brusco e sgradevole, perché in fondo riteniamo ovvio e normale che si comportino sempre secondo i nostri canoni. Ma quello che appare come una crisi può sempre divenire un‘opportunità. Anche per Maria e Giuseppe il risveglio è stato antipatico e ai loro occhi appariva solo una mancanza incomprensibile di Gesù, ma il seguito degli eventi li ha provocati ad una nuova maturità, ad una crescita nella comprensione e nell’amore a Lui. Anche quando il peso dell’educazione è oneroso, schiacciante, è sempre l’occasione di un amore nuovo, nelle sue mille espressioni.

 

 

Lunedì 29 gennaio 2024

Molta folla seguiva Gesù e gli si stringeva intorno. 25Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni 26e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, 27udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. 28Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata».

«E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: “Chi ha toccato le mie vesti?”»

31I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». 32Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. 33E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. 34Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».

(Marco 5,29-30)

 

Tutto avviene «subito». Sia la guarigione dopo il contatto con il mantello di Gesù, sia la Sua reazione. Non nel senso che si debba pretendere e ottenere “sempre tutto subito”, ma per indicarci che l’amore non ammette indugi o ritardi, che verso i fratelli occorre agire concretamente, senza rimandare a tempi indefiniti. E Gesù dal canto suo non perde le occasioni per provocare la testimonianza, per portare alla luce i doni di Dio e per annunciare a tutti guarigione e salvezza. Così «subito» diventa l’avverbio dell’amore, che mi raggiunge qui ed ora.

 

 

Martedì 30 gennaio 2024

1Partì di là e venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. 2Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga.

«E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: “Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?”»

Ed era per loro motivo di scandalo. 4Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». 5E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. 6E si meravigliava della loro incredulità.

(Marco 6,2-3)

 

Gesù a Nazareth si presenta come uomo normale, è vissuto lì trent’anni e nessuno si è accorto della sua straordinarietà. A noi chiede altrettanto, di vivere una vita normale unita alla Sua. La nostra forza è proprio in questa normalità di uomini e donne. Essendo fragili, sappiamo capire chi è fragile. Essendo sempre pronti ad imparare da tutti ciò che il Signore ci vuole insegnare, è più facile essere avvicinati da chi ha bisogno perché non trova barriere in mezzo. Non ci sono chieste cose clamorose, solo di vivere ogni attimo nell’Amore.

 

 

Mercoledì 31 gennaio 2024   S. Giovanni Bosco, sacerdote

«Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato»

31Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. 32Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. 33Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.  34Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

(Marco 6,30)

 

Il tempo del racconto del proprio ministero non è tempo perso, sottratto all’annuncio. Il discepolo-missionario ne ha bisogno, gli è indispensabile. Il racconto infatti avvicina, coinvolge, crea comunione, permette alla comunità di formarsi attorno a ciò che ha di più caro. È importante dedicare tempo ad ascoltarci su ciò che abbiamo fatto, sulle avventure, sui frutti, anche sulle domande che sono sorte. È importante avere sete di racconti di Vangelo, essere capaci di gioire dei risultati positivi che i fratelli hanno avuto come li avessimo ottenuti noi, sentendo che tutto ci appartiene.

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