L’amore è il DNA della fede cristiana. Dio è Amore e “l’amore di Cristo ci ha riuniti in una cosa sola”.
Troviamo la nostra comune identità nell’esperienza dell’amore di Dio e manifestiamo questa identità al mondo nella misura in cui ci amiamo gli uni gli altri.
Nel brano scelto per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2024 (Lc10,25-37, la parabola del buon Samaritano), Gesù ribadisce l’insegnamento ebraico tradizionale dell’amore a Dio e al prossimo e allarga il concetto di prossimo ad ogni persona.
Questa visione dell’amore del prossimo che Gesù ci sprona a seguire è tuttavia messa a dura prova nel mondo di oggi.
Alcuni possono temere che l’ecumenismo porti ad una perdita di identità confessionale e impedisca la “crescita” della loro chiesa, ma tale rivalità tra le chiese è contraria alla preghiera di Gesù. Non è facile camminare sulla strada del reciproco amore.
Scrive Angelo S. responsabile della Commissione socio politica del nostro decanato:
«Il dialogo interreligioso non è facile da promuovere e da sostenere perché richiede tolleranza, capacità d’ascolto, accettazione reciproca, coraggio, soprattutto in questo tempo lacerato da conflitti che trovano anche nelle religioni le loro fondamenta.
Solo attraverso il dialogo aperto la Chiesa può riacquistare credibilità, correggere gli sviluppi sbagliati e rafforzare nuovamente il servizio che le è stato affidato in favore degli uomini.
In un mondo che sta diventando uno ma rimane profondamente lacerato e carico di conflitti, l’ascolto delle reciproche differenze deve poi trovare “nello spezzare il pane della Parola” (Martini) la comune preoccupazione e in questo non possiamo trascurare anche il contributo delle Chiese riformate.
Il dialogo interreligioso deve integrare e permeare la globalizzazione oggi puramente economica, per generare il bene e la pace nel mondo.
Credo che chi da credente si impegna nella politica e nel sociale debba avere questa sensibilità e in questo deve essere aiutato per poter superare incomprensioni, paure, posizioni di chiusura (spesso arroganti) che il suo quotidiano costantemente gli pone davanti».
Durante questa Settimana di preghiera per l’unità, chiediamo al Signore di venire in nostro aiuto, di curare le nostre ferite e permetterci, così, di percorrere la via dell’ecumenismo con fiducia e speranza.
Occorre vedere nell’altro un altro sé e fare all’altro quello che si farebbe a sé stessi. È la cosiddetta “regola d’oro” che ritroviamo in tutte le religioni. Gandhi la spiega in modo efficace: “Tu e io siamo una cosa sola. Non posso farti del male senza ferirmi io stesso”.
COMMENTS